GUIDA AL SALARIO MINIMO

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24/08
2023

Nel nostro Paese il dibattito politico e sociale sul salario minimo ha caratterizzato periodicamente gli ultimi quattro anni con la presentazione di diverse proposte di legge sul tema e in questi ultimi mesi del 2023 il clima si è ulteriormente “surriscaldato” fino ad arrivare al 30 giugno scorso, quando le opposizioni di centro-sinistra (con l'eccezione di Italia Viva) hanno presentato l’ultima proposta di legge per la sua introduzione in Italia. La proposta, articolata in sette punti, prevede una soglia minima di 9 euro lordi l’ora, con l’obiettivo di tutelare i lavoratori “poveri” che attualmente hanno una retribuzione inferiore e in molti casi non sono coperti da contratti collettivi. Nel giugno 2022 il Parlamento europeo ha adottato la nuova legislazione sui salari minimi adeguati che si è tradotta in una Direttiva adottata dal Consiglio europeo il 4 ottobre 2022. A partire da questa data, gli Stati membri hanno 2 anni, quindi sino all’ottobre 2024, per recepirne i contenuti nel proprio diritto nazionale.

Che cos’è il salario minimo garantito
Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), il salario minimo è l’ammontare di retribuzione minima che il datore di lavoro deve pagare ai propri dipendenti per una determinata quantità di lavoro (oraria, giornaliera, settimanale o mensile). La principale finalità del salario minimo è quella di contrastare la povertà attraverso la garanzia di una retribuzione che sia proporzionata al lavoro svolto. Lo Stato interviene nella contrattazione collettiva, limitando la libera determinazione dei salari operata dal mercato per incrementare le retribuzioni di quelli che sono in fondo alla scala salariale.

A quanto ammonta
La proposta di legge depositata il 30 giugno 2023 dalle opposizioni di centro sinistra, M5S, PD, Sinistra Italiana, Azione, Europa Verde e Europa+, prevede un salario minimo legale di 9 euro. L'importo, secondo i firmatari, non dovrebbe riguardare solo i lavoratori subordinati, ma anche nell'ambito della para-subordinazione e del lavoro autonomo. La discussione generale è andata alla Camera il 27 luglio scorso e la maggioranza di governo ha chiesto la sospensiva dell'esame fino al prossimo 29 settembre, che sarà invece votata la prossima settimana.

Il salario minimo in Europa
Quello tra Unione Europea e politiche salariali nazionali è un rapporto complesso, in quanto una competenza Europea in tema di “retribuzioni” è esclusa in radice dall’art. 153 par. 5, del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE). Tutto ciò implica che l’Unione non possa allo stato attuale imporre agli stati membri uno standard salariale minimo comune.

Nella maggior parte dei paesi europei il salario minimo viene fissato in maniera unica ed universale dalla legge. Soltanto in una minoranza di paesi 6 su 28 (Danimarca, Finlandia, Svezia, Cipro, Austria, Italia) è la contrattazione collettiva a prevedere settorialmente la misura dei minimi di retribuzione. Si tratta di paesi caratterizzati da una forte forza sindacale e con una contrattazione collettiva pervasiva soprattutto per quanto concerne la determinazione delle retribuzioni.

La direttiva UE 2022/2041 del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 ottobre 2022 interviene nei seguenti ambiti:

adeguatezza dei salari minimi legali;
promozione della contrattazione collettiva per la determinazione dei salari;
accesso dei lavoratori alla tutela garantita dal salario minimo.

La direttiva non può imporre agli Stati membri né di introdurre un salario minimo legale laddove sia garantita mediante contratti collettivi e nemmeno di dichiarare un contratto collettivo universalmente applicabile. Entro il 15 novembre 2029, è inoltre prevista una valutazione da parte della Commissione, che presenterà poi al Parlamento europeo e al Consiglio una relazione con l'attuazione o meno della direttiva.