SPIAGGE, PROROGA CONCESSIONI FINO AL 2023. LA RISPOSTA DEL SIB

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10/11
2021

SIB LOGOProroga delle concessioni balneari fino al dicembre 2023 «al fine di evitare il significativo impatto socio-economico che deriverebbe da una decadenza immediata e generalizzata di tutte le concessioni in essere». Lo ha stabilito il Consiglio di Stato. La decisione presa dall’adunanza plenaria del Consiglio di Stato fa seguito alle udienze del 20 ottobre. «Dal giorno successivo, tuttavia, non ci sarà alcuna possibilità di proroga ulteriore, neanche per via legislativa, e il settore sarà comunque aperto alle regole della concorrenza», precisa il Consiglio di Stato.

Solo pochi giorni fa con il suo provvedimento sulla concorrenza non era stato sciolto dal Governo il nodo delle liberalizzazioni delle concessioni balneari, ambito nel quale va ricordato pende un conflitto con l’Unione europea sulla normativa sul mercato interno. E ora, come viene accreditato da alcune fonti nell’esecutivo, potrebbero esser predisposte delle modifiche in accoglimento (magari parziale) dei rilievi fatti dai giudici.

Con le sentenze nn. 17 e 18 pubblicate martedì 9 novembre, l’adunanza plenaria del Consiglio di Stato, rimarcando l’eccezionale capacità attrattiva del patrimonio costiero nazionale», ha affermato che la perdurante assenza di un’organica disciplina nazionale delle concessioni demaniali marittime genera una situazione di grave contrarietà con le regole a tutela della concorrenza imposte dal diritto dell’Ue, perché consente proroghe automatiche e generalizzate delle attuali concessioni (l’ultima, peraltro, della durata abnorme, sino al 31 dicembre 2033), così impedendo a chiunque voglia entrare nel settore di farlo.

LA RISPOSTA DEL SIB CONFCOMMERCIO 

"Non possiamo non registrare che questa sentenza appare sconcertante prima ancora che sconvolgente perché si discosta da consolidati orientamenti giurisprudenziali, anche costituzionali, a tutela della proprietà aziendale, del lavoro e della certezza del diritto", recita la nota del SIB Confcommercio a firma del presidente Antonio Capacchione. "È persino imbarazzante non tanto perché è una sorta di “messa in mora” del Legislatore chiamato a
disciplinare le gare con modalità da essa stessa stabilite quanto per la sua lampante contraddittorietà.
Infatti il Consiglio di Stato afferma la contrarietà al diritto europeo delle proroghe disposte dal legislatore e
dalla Pubblica Amministrazione in quanto “automatiche e generalizzate” e nel contempo stabilisce una
proroga altrettanto automatica e generalizzata però solo di due anni!"

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