SANGALLI, “CONDANNO LE VIOLENZE, MA IL GOVERNO DEVE FARE DI PIU'”

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28/10
2020

Carlo SangalliCondanna con forza le violenze di questi giorni, chi strumentalizza le proteste del mondo produttivo, ma non si accontenta nemmeno dei provvedimenti messi in campo dal governo. 

 

 

Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio è seriamente preoccupato.

"Siamo in una nuova emergenza sanitaria che tra coprifuochi, zone rosse, chiusure anticipate dei pubblici esercizi, aumenta l'incertezza e mette a rischio decine di migliaia di imprese e centinaia di migliaia di posti di lavoro". Non per questo però bisogna lasciarsi andare, trasformando le proteste civili di centinaia di lavoratori in atti violenti.

"È necessaria e doverosa - sottolinea Sangalli - l'osservanza dei provvedimenti del governo e degli enti locali e delle indicazioni delle autorità sanitarie. Perché la salute è bene primario".

Per Sangalli è evidente che questa seconda fase di lockdown "parziali" sta già producendo danni gravissimi sulle imprese con un costo economico e sociale davvero pesantissimo. "Bisogna evitare a tutti i costi che queste imprese perdano la speranza, la prospettiva di continuare la propria attività. Ora più che mai è davvero fondamentale mantenere dialogo e collaborazione stretta per individuare tutte le misure necessarie a tenere insieme salute pubblica e tenuta economica".

E in effettii ristoratori che scendono in piazzasono imprenditori che chiedono esattamente questo: un serio confronto per individuare il necessario punto di equilibrio tra contrasto determinato dell'epidemia ed impatto sociale ed economico delle misure adottate. E' poi evidente, come dimostrano i fatti di Torino, Napoli e Milano, la crescita nel Paese di disagio e disperazione sociali. "Bisogna tenerne conto - aggiunge Sangalli - visto che i questi giorni vi sono stati palesi "inquinamenti" di piazze pacifiche. Vale la pena di ripeterlo ancora una volta di più: ferma condanna di ogni violenza che mai può trovare giustificazione e grazie alle forze dell'ordine per la loro opera di contenimento".

La crisi si annuncia durissima, visto che secondo l'Ufficio Studi di Confcommerciole restrizioni previste dal Dpcm del 24 ottobre rischiano di causare un'ulteriore perdita di consumi e di Pil di circa 17,5 miliardi nel quarto trimestre dell'anno, in particolare nei comparti della ristorazione e del turismo, della convivialità e della ricreazione in generale, dei trasporti e della cura della persona, portando a una riduzione complessiva dei consumi nel 2020 ad oltre 133 miliardi di euro rispetto al 2019 (-12,2% in termini reali). Con una caduta di spesa di oltre il 55% negli alberghi e di quasi il 50% nella ristorazione.

Secondo la Fipe, la chiusura anticipata alle 18 di bar, ristoranti e pasticcerie comporterà, osserva con amarezza Sangalli, un'ulteriore perdita di fatturato di circa 2,7 miliardi che si sommano ai 24 miliardi già persi dall'inizio della pandemia ad oggi". A conti fatti il settore dei pubblici esercizi, a causa degli effetti della pandemia da Covid-19, rischia di dover registrare la chiusura di 50.000 imprese e la perdita di 300.000 posti. Per questo motivo il presidente di Confcommercio chiede al governo di più.

"Nel corso dell'incontro con il presidente Conte abbiamo ribadito che bisogna contrastare con determinazione l'epidemia, ma anche che occorre individuare misure economicamente e socialmente sostenibili. Va dunque fatto tutto il necessario per assicurare questo equilibrio e la risposta non può semplicemente essere più chiusure".

Occorre, allora, che il confronto continui e che continui anche su chiusure ed orari di attività. Nel complesso, dice ancora il numero uno di Confcommercio, "un primo passo nella giusta direzione ma ancora non sufficiente. Le imprese vanno infatti adeguatamente e tempestivamente indennizzate dei danni subiti, perché le nuove restrizioni alle attività causeranno un'ulteriore pesante caduta dei consumi. E adeguatezza e tempestività, che devono riguardare tutti i settori delle imprese colpiti dall'emergenza Covid, sono fattori determinanti per la stessa tenuta economica e sociale del Paese".

Al governo, Sangalli chiede dunque risposte urgenti: dai ristori a fondo perduto e dalle indennità per i lavoratori autonomi ed i professionisti alla prosecuzione del credito d'imposta per le locazioni commerciali e gli affitti d'azienda. Servono moratorie fiscali più ampie ed inclusive e le risorse per le garanzie finalizzate ad agevolare l'accesso al credito. Servono il sostegno ai consumi e gli sgravi contributivi. E, infine, serve la continuità degli ammortizzatori sociali insieme alla consapevolezza della necessità della loro riforma e di una stagione nuova di vere politiche attive per il lavoro.

tratto da Il Messaggero

di Umberto Mancini